Cosa fare se si trova un animale selvatico ferito o in difficoltà? Dove portarlo? Chi chiamare? Cosa dice la legge e quali precauzioni prendere?
Tra le domande più frequenti che vengono fatte a chi lavora con e per gli animali, forse c’è proprio questa: “Ho trovato un animale selvatico ferito. Cosa faccio? Dove lo porto?”
Innanzitutto è fondamentale fare distinzione tra animali domestici (cani, gatti, cavalli, galline..) e animali selvatici (cervi, volpi, gufi, lupi, pappagalli, tartarughe…).
NE HO PARLATO ANCHE NELL’EPISODIO 14 DEL PODCAST “I RACCONTI DELL’ETOLOGA”
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Nel caso in cui ci trovassimo di fronte ad un animale domestico investito o in difficoltà dobbiamo contattare le forze dell’ordine. Se siamo su una strada a scorrimento veloce, contattiamo la Polizia stradale al numero unico 113. Se si tratta di soccorsi particolari (tetto, albero, cunicolo, ecc.), chi dobbiamo chiamare sono i Vigili del fuoco al numero nazionale 115. Se si tratta di un animale in mare, il nostro interlocutore sarà invece la Guardia Costiera-Capitaneria di Porto al numero nazionale 1530. Nel caso in cui le autorità non possano raggiungerci in tempo, non arrendiamoci e contattiamo l’ENPA, il canile più vicino, le guardie zoofile della zona o un qualsiasi veterinario che conosciamo che ha sempre il dovere di assistenza previsto dall’articolo 14 del Codice Deontologico della categoria.
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Cosa molto diversa avviene invece nel caso in cui trovassimo un animale selvatico in difficoltà. Un uccellino caduto dal nido, un pipistrello nel nostro balcone che ha difficoltà a volare, una volpe investita… insomma, le situazioni possono essere davvero tante ma la prima cosa che dobbiamo ricordarci è: MAI interagire con l’animale selvatico. Mai toccarlo o portarlo via. I motivi sono tantissimi, tra cui il rischio di contagio di malattie zoonotiche (trasmissibili tra Uomo e fauna). Non sappiamo cosa sia successo a quell’animale, potrebbe essere infettato e quindi attaccare qualcosa a noi o potremmo essere proprio noi, che nel tentativo di aiutarlo, in realtà peggioriamo la situazione, attaccandogli qualche virus o infezione o semplicemente stressandolo.
Ed è proprio questa la principale differenza tra il recupero di un domestico e quello di un selvatico: i domestici sono bene o male abituati al contatto e alla vicinanza dell’essere umano, mentre un animale selvatico non è programmato ad interagire con noi, nel suo “DNA” non esiste il contatto con l’essere umano, quindi tutto quello che per noi è una forma di amore, come una carezza, una coccola, un abbraccio o un bacino, in realtà per lui sono azioni estremamente stressanti che attivano il suo sistema adrenalinico di attacco o fuga per cui la prima cosa che dobbiamo fare quando troviamo un selvatico che ha bisogno di aiuto è…non fare niente se non prendere il telefono e chiamare chi può davvero aiutarci a risolvere la situazione. Non sperimentiamoci né veterinari, né etologi, né salvatori. Non lo siamo e qualsiasi nostra azione in buona fede può in realtà mettere ulteriormente in pericolo l’animale.
In questo caso, oltre a chiamare le autorità competenti (polizia, vigili del fuoco o guardia costiera) la cosa migliore da fare è contattare il CRAS (Centro recupero animali selvatici) più vicino a noi. Ce n’è uno per regione o provincia e l’elenco completo e aggiornato lo trovate qui. Gli operatori dei CRAS sono gli unici a dirvi esattamente cosa poter fare e come comportarvi per aiutare davvero l’animale in difficoltà. Prima dei loro consigli, non fate nulla. Né acqua, né cibo, né coccole, né spostamenti.
Ricordiamoci, inoltre, che la fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato (legge L. 27 dicembre 1977, n. 968) ed è pertanto illegale portare a casa un animale selvatico, anche se momentaneamente. Anche se per aiutarlo.
Illegale, inutile, non etico e pericoloso.
Cercare di curare autonomamente un selvatico ferito, cercando su Google come fare è un grande rischio che ci prendiamo, a livello morale, legale e soprattutto per la sopravvivenza dell’animale stesso. In un centro recupero animali selvatici (CRAS), gli animali vengono ospitati il tempo necessario per le cure salva-vita, riabilitati e appena sono pronti, vengono rilasciati in Natura. Per questo è fondamentale che gli animali non si abituino all’essere umano, non vengano imprintati sull’Uomo e non siano dipendenti da noi. Proprio per queste ragioni, è fondamentale che le cure e la degenza sia fatta da professionisti e non da un comune cittadino che si improvvisa, come se salvare una vita fosse un hobby.
Attenzione ai piccoli di cerbiatto e capriolo!
Un’altra cosa fondamentale è importantissima, che ogni anno crea tantissimi problemi, è ricordarci di non prelevare MAI piccoli di caprioli, volpi, cerbiatti che troviamo nel bosco. La nostra mania di sentirci Biancaneve e salvare cuccioli di altre specie ci spinge a prelevare dalla Natura animali che non hanno bisogno di noi. I piccoli di altre specie la maggior parte non sono stati abbandonati dalle mamme, come noi crediamo (o speriamo pur di potercelo portare a casa e sentirci degli eroi). Molto spesso la madre sta cercando cibo nei dintorni e lascia appositamente il piccolo tra i cespugli o l’erba alta. Immaginate che dolore, per la mamma, arrivare e non trovare più il suo piccolo e immaginate che spavento per il cucciolo essere prelevato e portato via. Quest’azione mossa da buon cuore obbligherà il piccolo ad essere allevato a mano da esseri umani in una gabbia e non poter mai più rivedere la madre (no, non basta riportarlo dove è stato preso: la madre non lo accetterebbe più). In molti casi, la sopravvivenza dei piccoli senza le cure materne è appesa ad un filo, sebbene abbiano tutte le cure veterinarie necessarie e molte volte saranno costretti a vivere in cattività per il resto della vita. Pensiamoci dieci volte quindi, prima di prelevare (illegalmente) qualsiasi animale dalla natura e chiamiamo chi ha dovere, diritto e competenza per prendersene cura.
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A questo ci ha pensato di recente anche Legambiente con un importante strumento online per chi vuole aiutare un animale in difficoltà. È stato infatti, da poco istituito Ecosportello Animali, il servizio online e gratuito che Legambiente offre ai cittadini, direttamente dal proprio pc, tablet e cellulare, con i contatti utili e più vicini per aiutare animali feriti o in difficoltà per poter trovare indirizzi, numeri di telefono e consigli pratici per contattare chi può aiutarci ad aiutare i nostri amici animali. Oltre 1.000 contatti in tutta Italia, insieme ai numeri di emergenza, tra Centri di recupero di animali selvatici, Servizi veterinari pubblici e Uffici comunali che si occupano di animali e delle Polizie municipali.
Non sperimentiamoci veterinari ed eroi: chiamiamo chi può aiutarci.
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Articolo pubblicato su StradeNuove