TURISMO ETICO CON LA FAUNA SELVATICA

Molti tour operator si riempiono il marketing parlando di turismo etico con la fauna selvatica, ecoturismo, turismo sostenibile. Ma come riconoscere davvero l’eticità di un viaggio? Come organizzare noi un viaggio che non approfitti dell’ambiente, degli animali e delle popolazioni locali?

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Secondo la World Animal Protection, la più grande e importante associazione mondiale scientifica di turismo etico con la fauna selvatica, queste sono le 10 attività turistiche più crudeli.

turismo etico con la fauna selvatica

Purtroppo, ogni anno, mezzo milione di animali viene sfruttato per l’industria del turismo. Animali obbligati ad interazioni innaturali con i turisti, obbligati a vivere in gabbia per essere coccolati, spacciati per orfani, recuperati o feriti quando in realtà sono solo animali vittime del business turistico.

Basti pensare agli elefanti in Asia e in Africa. Negli anni la consapevolezza e la sensibilità dei visitatori è aumentata, spostando il business non più sulle passeggiate in groppa ai pachidermi asiatici ma promuovendo la nascita di nuovi centri, i presunti santuari “etici”. Si tratta di strutture zoologiche che, in maniera molto furba, cercano di attirare i turisti più responsabili catturando la loro attenzione con l’illusione di fornire una valida alternativa alle torture e al maltrattamento che subiscono gli elefanti utilizzati per essere cavalcati.
Ma la realtà che si nasconde dietro questi falsi santuari è ben diversa.

Ma davvero crediamo che un elefante abbia bisogno di essere “lavato” dai turisti?

“Gli elefanti non interagiscono naturalmente con gli umani e sono perfettamente in grado di fare il bagno da soli. Per conto loro amano l’acqua, e in natura trascorrono molte ore giocando, nuotando e facendo il bagno con il loro gruppo sociale e tra i loro conspecifici. Ma molti falsi santuari che offrono l’esperienza del bagno con gli elefanti permettono a grandi gruppi di persone di partecipare e agli elefanti è richiesto di sdraiarsi, che lo vogliano o meno. Devono rimanere immobili, in una posizione vulnerabile, mentre i turisti eccessivamente euforici si impegnano in scherzi e si aggirano intorno a loro. Proprio come gli elefanti che vengono utilizzati per le passeggiate o gli spettacoli, molti sono controllati sotto la minaccia di punizioni se non seguono le indicazioni degli addestratori. La PETA ha ricevuto notizie che in qualche santuario gli elefanti sono effettivamente incatenati durante il bagno.”

Recentemente anche il National Geographic ha mostrato al grande pubblico cosa si nasconde davvero dietro questa falsa proposta di turismo responsabile: “Poiché la domanda turistica di esperienze etiche con gli animali è cresciuta, diversi centri, che spesso si definiscono “santuari”, sono spuntati per offrire incontri ravvicinati tra elefanti e umani. Fare il bagno con gli elefanti – i turisti fanno loro un bagno di fango, li lavano in un fiume, o entrambi – è diventato molto popolare. Molte strutture ritraggono i bagni come un’alternativa più etica e sostenibile al cavalcare gli elefanti o agli spettacoli. Ma gli elefanti che fanno il bagno, come quelli che fanno le passeggiate con i turisti o che si esibiscono, saranno stati in qualche modo “rotti” per essere resi docili e obbedienti.”

Il problema alla base, infatti è sempre l’interazione insana e innaturale con i turisti.
E questo vale per gli elefanti, i delfini, le tigri, le scimmie, i bradipi, i leoni e tutti gli animali selvatici che sono obbligati al stretto contatto con il pubblico.
Molto spesso vengono spacciati per recuperati e impossibilitati al rilascio in Natura.
MA ANCHE SE NON è POSSIBILE RILASCIARLI IN NATURA (sempre che siano davvero recuperati e che il rilascio non sia davvero effettuabile), il contatto con l’essere umano è una forma di abuso in quanto non è etologicamente corretta e fisiologica l’interazione tra animali selvatici ed essere umano. Ne avevo parlato in questo articolo.

Diffidiamo, dunque, di qualsiasi struttura, santuario, pseudo centro di recupero che ci permette di interagire, alimentare, coccolare, accarezzare (ecc…) con gli animali selvatici ospitati. Perchè sì, anche se sono in cattività, nati in cattività, abituati all’essere umano sono comunque animali geneticamente e biologicamente selvatici con le stesse necessità di un loro conspecifico libero in Natura. E quale elefante in Natura deciderebbe di farsi abbracciare la proboscide? Quale delfino decide spontaneamente, se non vittima di ricatto alimentare, di avere un umano attaccato alla pinna dorsale? Quale pappagallo, non ammaestrato, nel mezzo della foresta pluviale si posa spontaneamente sulla spalla dei turisti?

Riflettiamo e chiediamoci sempre:
“IO LO VOGLIO, MA L’ANIMALE? IN NATURA QUESTA INTERAZIONE SAREBBE POSSIBILE?”

E gli animali domestici?

Slitte trainate da cani, cammellate sul deserto, alpaca al guinzaglio, asinelli, cavalli e carrozze. Quanto è etico sfruttare queste specie, anche se domestiche, per un nostro hobby turistico? NE HO PARLATO NELLA PUNTATA 6 DEL PODCAST e nelle storie in evidenza su Instagram che trovate qui
I beduini, le popolazioni nella foresta equatoriale, così come al Polo, hanno davvero bisogno di utilizzare asini, cavalli e cani per la sussistenza, per la loro sopravvivenza. Cavalcare un cavallo, usare un mulo da soma o un cane da slitta è necessario per la loro vita quotidiana. Ma noi? Noi turisti che andiamo in quei luoghi per hobby, che necessità abbiamo di far trainare una slitta da un cane, una carrozza da un cavallo e di cavalcare un dromedario nel deserto? Che bisogno abbiamo di rendere un animale un’attrazione?
Non perchè siano specie domestiche meritano meno rispetto. Cani, cavalli, cammelli utilizzati come macchine da soldi, sfruttati fin quando possono essere utilizzati e poi quando vecchi, malati o infermi, vengono abbattuti, venduti o abbandonati.
C’è un bellissimo (per modo di dire) documentario sul business dei cani da slitta per dimostrare il maltrattamento di queste creature soprattutto in estate, quando l’occhio del turista non c’è.

cani da slitta abuso

Insomma, abbiamo davvero bisogno di utilizzare animali, domestici o selvatici che siano per il nostro turismo e il nostro divertimento?
Riflettiamoci.

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