COME SI DIVENTA ETOLOGO? COSA FA UN’ETOLOGA?

“Chiara, ma come si diventa etologo/a”? Questa è probabilmente la domanda che più mi avete fatto nel corso degli anni e insieme ad ETICOSCIENZA, l’associazione che abbiamo fondato e di cui sono presidente, abbiamo affrontato più volte questa tematica anche attraverso seminari in università, dirette social e incontri dal vivo. Questo perchè noi per primi, durante la specialistica in etologia (ECAU) e appena laureati ci siamo sentiti spaesati da un mondo lavorativo ben diverso da quello che gli studi ci avevano promesso e mostrato come roseo.

NE HO PARLATO NELL’EPISODIO 19 DEL PODCAST “I RACCONTI DELL’ETOLOGA”

Nella mia biografia trovate il mio percorso universitario colorato e poco lineare , i corsi e le specializzazioni che mi hanno portato oggi a fare il lavoro che amo, realizzando me stessa e i miei ideali.

Di etologia difficilmente si vive

Purtroppo l’idea di poter mantenere una famiglia, sempre che ne vogliate una, con uno stipendio da etologo/a che studia gli scimpanzé o i delfini, è piuttosto difficile. Il lavoro dell’etologo come ce lo immaginiamo e come i social ce lo disegnano è una fantasia anni ’80. Partendo dal presupposto che l’etologia è una scienza e che la scienza si fa con la ricerca, capite bene che l’etologia dipende quindi dai fondi universitari e statali della ricerca scientifica…che in Italia non ho bisogno di dirvi quanto poco siano settori felici.
Detto questo IO VIVO DI ETOLOGIA, ma non come mi immaginavo di farlo prima di iscrivermi all’università Ho dovuto rimodellare le mie aspettative, rimettere in discussione quello che mi avevano raccontato e creare un lavoro puzzle fatto di tanti piccoli pezzetti che tutti insieme creavano l‘IKIGAI della mia vita.
Un po’ di educazione ambientale, un bel po’ di turismo etico, ricerca scientifica, mission divulgativa, giornalismo, scrittura di libri, docenze, talk, viaggi, guide e oggi, finalmente la nostra cascina in mezzo al bosco in cui tutto questo si è concretizzato.

Quello che consiglio sempre alle ragazze e i ragazzi che mi scrivono non è tanto di cercare il percorso universitario giusto e perfetto, l’università e i docenti modello, ma di finire l’università nel più breve tempo possibile senza guardare a libretti e voti per poi fare esperienze pratiche, viaggiare, andare all’estero, fare esperienze concrete studiando gli animali, tirocini, tesi, volontariato il più possibile diversificati, conoscendo etologi di tutto il mondo, partecipando a congressi, seminari, parlando con chi studia gli animali da anni, confrontandosi con i colleghi.

L’etologia non la si impara solo sui libri. La si pratica sul campo.

etologia sbocchi professionali

Potrei consigliarvi facoltà, università, master…ma credetemi lascia il tempo che trova.
Purtroppo l’etologia non ha un albo professionale. Non c’è bisogno di un titolo di studio per potersi sedere comodi e stare al sicuro di avere una professione come il veterinario, il medico o l’avvocato. Purtroppo in Italia è così.
L’etologia è l’insieme di decine di materie e studi, che si uniscono e si intersecano fino a creare LA NOSTRA ETOLOGIA. Dalla conservazione, all’ecologia, le scienze della mente, la psicologia, l’educazione, il turismo, l’antropologia, la neurobiologia… createvi il vostro lavoro, fatto di un puzzle di passioni che unite per creare la vostra etologia perfetta. Non affidatevi a sbocchi professionali che trovate al fondo del sito delle università.
Fatevela vostra.

Non si diventa etologi. Etologi si è.

L’unico consiglio che vi voglio dare è di NON ABBANDONARE MAI i vostri valori etici.

Per nessun lavoro, per nessuna ambizione. Fate affidamento sulle vostre credenze morali e scientifiche per creare il vostro lavoro e non vi pentirete mai di niente. Il mondo delle professioni e della carriera è un percorso ad ostacoli pieno di trappole. Ascoltate il vostro “sè” interiore e non l’Ego” e solo così farete scelte coerenti e consapevoli, sempre.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *